Basilea 2
A partire dal 01.01.2007 entra in vigore la convenzione Basilea 2 sulle modalità di concessione del credito da parte delle banche.
In pratica gli istituti di credito sono obbligati ad accantonare capitali proporzionali al rischio dei crediti concessi che saranno valutati attraverso un rating, ossia più verranno prestati soldi a soggetti a rischio e più le banche verranno penalizzate. Ovviamente al fine di evitare il problema gli istituti di credito porranno molta più attenzione nel valutare le richieste di finanziamento con inevitabili riflessi sulla disponibilità finanziaria delle imprese, soprattutto quelle medio/piccole.
Il rating consiste nello stabilire una probabilità d’insolvenza del cliente e si baserà sulla situazione degli ultimi tre anni (per il 2007 si utilizzerà il periodo 2004-2006, per il 2008 il periodo 2005-2007 e così via), da sottolineare che un anno pessimo influirà sul rating per un trienno, in questo modo più basso sarà il rating ottenuto dall’azienda più alto sarà l’accantonamento da parte dell’istituto di credito che proprio per fronteggiare l’innalzamento del rischio chiederà tassi di interesse più alti, per cui per stessi finanziamenti due aziende potrebbero pagare interessi diversi.
Sussistono dei timori e sono abbastanza giustificati, i problemi che possono presentarsi alle piccole e medie imprese derivano dalla scarsa attenzione all’andamento della gestione spesso presente nelle piccole realtà (bilanci periodici di verifica questi sconosciuti…) e anche dal fatto che le ditte individuali e le società di persone (snc, sas) hanno obblighi contabili ridotti che impediscono di produrre documentazione idonea (come ad esempio il bilancio depositato presso la CCIAA per le società di capitali).
Nella pratica molte banche già da alcuni anni richiedono i bilanci con cadenza quantomeno annuale proprio nella prospettiva dell’entrata in vigore della Basilea 2, i loro clienti già partono in sostanza con un rating; le piccole e medie imprese devono prepararsi all’evento prendendo in considerazione il ruolo della finanza da sempre sottovalutato.
Migliorare il proprio rating diventerà l’obiettivo principale per evitare oneri finanziari sempre più pesanti (un'azienda con rating nell'ultima classe è di fatto tagliata fuori dal sistema creditizio), occorrerà mettere in atto un'autovalutazione continua che servirà a definire gli interventi correttivi. Bisognerà abituarsi al confronto con le banche, che sempre più frequentemente chiederanno informazioni sull’andamento dell’impresa ed evitare pratiche comuni dannose come il contenimento eccessivo degli utili per evitare la tassazione, che rende miseri i bilanci (si rischia di pagare in interessi più di quanto si è risparmiato in imposte).
In pratica gli istituti di credito sono obbligati ad accantonare capitali proporzionali al rischio dei crediti concessi che saranno valutati attraverso un rating, ossia più verranno prestati soldi a soggetti a rischio e più le banche verranno penalizzate. Ovviamente al fine di evitare il problema gli istituti di credito porranno molta più attenzione nel valutare le richieste di finanziamento con inevitabili riflessi sulla disponibilità finanziaria delle imprese, soprattutto quelle medio/piccole.
Il rating consiste nello stabilire una probabilità d’insolvenza del cliente e si baserà sulla situazione degli ultimi tre anni (per il 2007 si utilizzerà il periodo 2004-2006, per il 2008 il periodo 2005-2007 e così via), da sottolineare che un anno pessimo influirà sul rating per un trienno, in questo modo più basso sarà il rating ottenuto dall’azienda più alto sarà l’accantonamento da parte dell’istituto di credito che proprio per fronteggiare l’innalzamento del rischio chiederà tassi di interesse più alti, per cui per stessi finanziamenti due aziende potrebbero pagare interessi diversi.
Sussistono dei timori e sono abbastanza giustificati, i problemi che possono presentarsi alle piccole e medie imprese derivano dalla scarsa attenzione all’andamento della gestione spesso presente nelle piccole realtà (bilanci periodici di verifica questi sconosciuti…) e anche dal fatto che le ditte individuali e le società di persone (snc, sas) hanno obblighi contabili ridotti che impediscono di produrre documentazione idonea (come ad esempio il bilancio depositato presso la CCIAA per le società di capitali).
Nella pratica molte banche già da alcuni anni richiedono i bilanci con cadenza quantomeno annuale proprio nella prospettiva dell’entrata in vigore della Basilea 2, i loro clienti già partono in sostanza con un rating; le piccole e medie imprese devono prepararsi all’evento prendendo in considerazione il ruolo della finanza da sempre sottovalutato.
Migliorare il proprio rating diventerà l’obiettivo principale per evitare oneri finanziari sempre più pesanti (un'azienda con rating nell'ultima classe è di fatto tagliata fuori dal sistema creditizio), occorrerà mettere in atto un'autovalutazione continua che servirà a definire gli interventi correttivi. Bisognerà abituarsi al confronto con le banche, che sempre più frequentemente chiederanno informazioni sull’andamento dell’impresa ed evitare pratiche comuni dannose come il contenimento eccessivo degli utili per evitare la tassazione, che rende miseri i bilanci (si rischia di pagare in interessi più di quanto si è risparmiato in imposte).